Il diabete mellito, una vera e propria bomba a orologeria per il mondo intero

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Il diabete mellito, una vera e propria bomba a orologeria per il mondo intero

L’Istat fotografa in un interessante report, pubblicato nel luglio 2017, l’andamento del diabete (in Italia) nella forbice di tempo compresa tra il 2000 e il 2016. La malattia, da quanto trapela, ha subito una forte impennata e nel 2016 si contano oltre 3 milioni di casi. L’allarme vero e proprio viene, però, lanciato dall’OMS: nel 2030 le persone diabetiche, nel mondo, saranno ben 360 milioni (più del doppio rispetto al 2000).

Gli individui maggiormente colpiti sembrano essere, a oggi, quelli su cui gravano pesanti condizioni socio-economiche (mancato titolo di studio, irrisoria disponibilità economica e una rete sociale pressoché inesistente). Questi individui seguono difatti, spesso loro malgrado, uno stile di vita poco sano (scarsa attività fisica, scorrette abitudini alimentari) e questo sembra favorire l’insorgenza della malattia.

Che cos’è il diabete mellito?

Prima di addentrarci nell’universo del diabete, è doveroso fare un passo indietro  per parlare di glucosio e insulina.

Il ruolo del glucosio

L’alimentazione prevede l’introduzione, nel corpo, di zuccheri semplici e complessi che vengono, successivamente, digeriti e trasformati in glucosio,  fonte energetica per eccellenza di organi e muscoli.

Il glucosio viene quindi bruciato e convertito in energia all’interno delle cellule e l’ingresso, nelle stesse, è garantito dall’insulina che rappresenta, in un certo qual modo, una sorta di passepartout.

Che cos’è l’insulina?

L’insulina è un ormone secreto dal pancreas e il suo ruolo, nel metabolismo degli zuccheri, è cruciale; favorisce difatti l’ingresso del glucosio nelle cellule abbassando, così, la concentrazione dello stesso nel sangue (glicemia).

Deficit nella produzione di insulina, mancata risposta dell’organismo nei confronti dell’ormone e una combinazione di entrambi i fattori determinano l’innalzamento della concentrazione del glucosio nel sangue (iperglicemia) con conseguente sviluppo del diabete da parte del soggetto.

La glicemia in termini numerici

La glicemia, in individui che godono di buone condizioni di salute, conducono uno stile di vita sano e seguono un regime alimentare corretto, oscilla nell’arco delle 24 ore tra 60 e 130 mg/dl.

I valori di riferimento a digiuno sono, invece, compresi tra 70 e 110 mg/dl, mentre numeri superiori a 126 mg/dl sono meritevoli di indagine approfondita.

Il diabete è, comunque, confermato quando la concentrazione di glucosio nel sangue supera i 200 mg/dl (dato rilevato in un qualsiasi momento della giornata o quando sono trascorse due ore dal carico di glucosio).

Quanti tipi di diabete esistono?

L’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) e l’ADA (American Diabetes Association) hanno classificato la patologia (1997) nel seguente modo:

  • diabete mellito tipo 1;
  • diabete mellito tipo 2;
  • diabete gestazionale.

Il diabete mellito di tipo 1

Il diabete mellito di tipo 1 (o diabete infantile), che colpisce in misura maggiore bambini e adolescenti, appartiene alla famiglia delle malattie autoimmuni.

Il corpo produce, più precisamente, gli anticorpi che distruggono le cellule pancreatiche deputate alla produzione di insulina; l’ormone scarseggia e l’organismo non può ricavare l’energia di cui necessita dal glucosio.

La concentrazione nel sangue, di quest’ultimo, aumenta (iperglicemia) e il soggetto accusa:

  • stanchezza generalizzata;
  • aumento della sete e della fame;
  • minzione frequente;
  • perdita di peso;
  • dolorabilità al tratto addominale;
  • nausea;
  • emesi.

Il paziente, affetto da diabete di tipo 1, deve quindi necessariamente supplire alla mancanza di insulina mediante iniezione sottocutanea della stessa.

Il diabete mellito di tipo 2

L’affezione, che si presenta nella maggior parte dei casi in età adulta, può essere imputata alla scarsa secrezione di insulina da parte del pancreas o a una forma di insulino-resistenza sviluppata dai tessuti bersaglio.

Il risultato, indipendentemente dalla causa, non cambia: la concentrazione del glucosio nel sangue si alza e gli organi rischiano di essere danneggiati.

Le ragioni, che concorrono all’insorgenza della malattia, sono molteplici e comprendono: stili di vita inadeguati (sedentarietà), pericoloso aumento del peso corporeo e una certa componente genetica. Sono, invece, da considerarsi fattori di rischio l’età, la dieta seguita, l’abuso di sostanze alcoliche e l’ipertensione arteriosa.

I sintomi che contraddistinguono il diabete di tipo 2 sono:

  • astenia;
  • frequente senso di sete;
  • presenza di zuccheri nell’urina;
  • forte appetito;
  • perdita di peso;
  • disturbi della vista;
  • guarigione tardiva di tagli e ferite;
  • minzione frequente.

La terapia si fonda, essenzialmente, sulla rieducazione del paziente che deve condurre uno stile di vita sano e seguire un regime alimentare corretto. Il trattamento può infine essere integrato, qualora non fosse sufficiente, con terapia farmacologica mirata.

Il diabete gestazionale

Il diabete gestazionale, che si manifesta talvolta durante il secondo trimestre della gravidanza, rientra al termine della stessa. Questa condizione, pur essendo transitoria, deve essere costantemente monitorata perché può causare gravi conseguenze per la madre e il bambino.

Il disturbo viene, generalmente, affrontato mediante la definizione di un regime alimentare sano e corretto preposto a:

  • garantire lo sviluppo del feto;
  • preparare il corpo della donna al parto;
  • evitare episodi di ipoglicemia e iperglicemia.

Le modifiche apportate alla dieta non sono, però, sempre sufficienti e in tal caso è necessario ricorrere al trattamento farmacologico.

Convivenza forzata con il diabete

Nessuno desidera nella propria vita un compagno di nome diabete, ma le malattie non si scelgono e con alcune di esse si deve semplicemente convivere  nel migliore modo possibile.

La convivenza forzata con il diabete impone al paziente:

  • misurazione della glicemia;
  • rilevazione, nelle urine, dei corpi chetonici e del glucosio.

Misurazione della glicemia

La glicemia deve essere costantemente monitorata nell’arco della giornata perché può oscillare nel tempo e l’obiettivo è mantenere, per quanto possibile, il suo valore prossimo alla norma.

La rilevazione del dato permette di:

  • correggere la terapia farmacologica;
  • apportare modifiche al regime alimentare seguito;
  • calibrare in modo corretto l’attività fisica;
  • evitare l’insorgenza di complicanze.

I pazienti affetti da diabete di tipo 1, trattati con 3-4 dosi di insulina, devono procedere alla misurazione del dato 4 volte al giorno, mentre i soggetti con diabete di tipo 2 possono effettuare 1-2 controlli giornalieri.

Rilevazione dei corpi chetonici

L’insulina può essere paragonata a una sorta di chiave perché apre, nel vero senso della parola, la porta d’ingresso delle cellule; il glucosio viene, quindi, veicolato al loro interno e bruciato per ottenere energia. Cosa accade, però, se manca l’insulina?

  • Il glucosio si accumula nel sangue (iperglicemia) e nelle urine (glicosuria).
  • Le cellule impiegano, come fonte alternativa di nutrimento, i depositi di grasso la cui combustione, all’interno delle cellule, dà origine ai corpi chetonici. Questi acidi forti invadono il sangue, lo intossicano e mettono a rischio la vita stessa del paziente.

La presenza di corpi chetonici non deve essere in alcun modo trascurata perché può condurre il paziente al coma diabetico. Si consiglia, quindi, si eseguire il test dedicato, leggere attentamente il risultato e contattare, se necessario, il proprio medico curante al fine di porre in essere gli eventuali trattamenti correttivi.

Rilevazione del glucosio nelle urine

La glucosuria, che porta a un accumulo di glucosio nelle urine, è un chiaro segnale di elevata concentrazione di zucchero nel sangue (iperglicemia).

Le sostanze presenti in dosi eccessive vengono, generalmente, eliminate tramite la minzione, ma il glucosio costituisce, data la sua importanza, un capitolo a parte e viene quindi riassorbito.

Concentrazioni di zuccheri al di sopra della soglia renale non consentono, però, al rene di effettuare un riassorbimento totale e il surplus viene, quindi, eliminato con le urine.

L’autoanalisi della glicemia e della glicosuria sono essenziali per fronteggiare la malattia nel modo corretto: la glicemia permette, difatti, di stimare la concentrazione di zucchero nel sangue al momento del prelievo, mentre la glicosuria fornisce utili indicazioni in merito a recenti episodi di iperglicemia.

Una finestra sulle complicanze del diabete

Il diabete può dare origine a complicanze di natura diversa; ecco una carrellata delle principali.

Le complicanze del diabete di tipo 1

L’iperglicemia può danneggiare innumerevoli distretti corporei.

  • Occhio: il diabete non compensato può causare innumerevoli complicanze oculari. Possono, difatti, manifestarsi offuscamento della vista, cataratta, retinopatie, glaucoma ed edema maculare.
  • Reni: i soggetti diabetici possono sviluppare la nefropatia diabetica, patologia che non permette all’organo di filtrare in modo adeguato le scorie.
  • Sistema nervoso: la neuropatia, che colpisce meno della metà delle persone diabetiche, si contraddistingue per intorpidimento e formicolio degli arti inferiori, perdita di sensibilità e formazione di ulcere in corrispondenza della pianta del piede. Queste ultime possono, inoltre, evolvere nel meglio noto piede diabetico.
  • Apparato cardiovascolare: si tratta di affezioni (cardiopatie e ictus) che colpiscono, in modo particolare, i soggetti ipertesi.

Sistema neurovegetativo: le complicanze che insorgono possono favorire la comparsa di disturbi intestinali, impotenza e incontinenza.

Le complicanze del diabete di tipo 2

Le complicanze colpiscono, anche in questo caso, diverse aree del corpo.

  • Occhi: il paziente può sviluppare retinopatia, cataratta e glaucoma con possibile perdita della vista.
  • Reni: si riscontrano danni ai vasi sanguigni con conseguente alterazione del processo di depurazione del sangue.
  • Apparato cardiovascolare: danni a carico dei vasi sanguigni con sviluppo di ipertensione arteriosa, innalzamento dei livelli di colesterolo e aumento dello spessore delle pareti delle arterie.

Sistema nervoso: l’aumento della glicemia può inficiare la trasmissione degli impulsi nervosi. Le principali affezioni colpiscono arti, superiori e inferiori, vescica, apparato digerente e organi sessuali.

Conclusioni

Pronunciare la parola ‘diabete’ incute, spesso, un certo timore perché questa malattia porta con sé numerose complicanze che possono alterare, nel tempo, la funzionalità di diversi organi.

Una diagnosi precisa e puntuale, unitamente a corrette abitudini, fa però la differenza e permette al paziente di condurre, con qualche accortezza in più, una vita normale.